Plinio, il giovane (Caio P. Cecilio secondo)
Plinio, il giovane (Caio P. Cecilio secondo)
Scrittore latino vissuto nel I sec. d.C., detto il giovane, per distinguerlo dallo storico Caio P. Secondo (il vecchio), suo zio.
Nato a Como nel 61-62 d.C., dopo aver iniziato gli studi nella sua città natale, si trasferì a Roma per seguire lezioni di retorica, preparandosi in tal modo alla vita pubblica.
Esercitò l’attività di avvocato, procurandosi fama, gloria e ricchezza. Tutto ciò favorì certamente la sua brillante carriera politica, che si concluse con la sua nomina di legato imperiale in Bitinia, nel 111 d.C.
Risulta che abbia iniziato la sua attività di scrittore molto presto, a soli 14 anni; tuttavia nulla ci è pervenuto di tutta la sua produzione letteraria.
Notizie più ampie abbiamo, invece, sulle orazioni e sui discorsi da lui preparati in occasione delle cause patrocinate. Di essi lo stesso (—) ci parla con abbondanza di particolari nelle sue Epistulæ: pur professandosi studioso e seguace del grande maestro Cicerone, egli, piuttosto, appare amante del periodare lungo ed ampio e dello stile magniloquente. Delle sue orazioni, una sola ci è pervenuta, il Panegirico a Traiano [vedi], stilato in occasione della sua nomina a console nel 100 d.C.
Ma di gran lunga più interessante appare la sua opera maggiore, le Epistulæ, tramandateci integralmente. L’opera si compone di 10 libri: ai primi 9, che raccoglievano le sue lettere private, fu aggiunto in seguito il decimo libro, contenente tutta la corrispondenza tenuta da (—), in qualità di legato in Bitinia, con il prìnceps Traiano.
Dedicato ai temi più svariati, l’Epistolario, che si presenta come un vero e proprio diario dello scrittore, da cui emerge chiara la sua personalità nobile e generosa costituisce per noi un materiale preziosissimo per la ricostruzione dei costumi e della vita romana di quel tempo.
Scrittore latino vissuto nel I sec. d.C., detto il giovane, per distinguerlo dallo storico Caio P. Secondo (il vecchio), suo zio.
Nato a Como nel 61-62 d.C., dopo aver iniziato gli studi nella sua città natale, si trasferì a Roma per seguire lezioni di retorica, preparandosi in tal modo alla vita pubblica.
Esercitò l’attività di avvocato, procurandosi fama, gloria e ricchezza. Tutto ciò favorì certamente la sua brillante carriera politica, che si concluse con la sua nomina di legato imperiale in Bitinia, nel 111 d.C.
Risulta che abbia iniziato la sua attività di scrittore molto presto, a soli 14 anni; tuttavia nulla ci è pervenuto di tutta la sua produzione letteraria.
Notizie più ampie abbiamo, invece, sulle orazioni e sui discorsi da lui preparati in occasione delle cause patrocinate. Di essi lo stesso (—) ci parla con abbondanza di particolari nelle sue Epistulæ: pur professandosi studioso e seguace del grande maestro Cicerone, egli, piuttosto, appare amante del periodare lungo ed ampio e dello stile magniloquente. Delle sue orazioni, una sola ci è pervenuta, il Panegirico a Traiano [vedi], stilato in occasione della sua nomina a console nel 100 d.C.
Ma di gran lunga più interessante appare la sua opera maggiore, le Epistulæ, tramandateci integralmente. L’opera si compone di 10 libri: ai primi 9, che raccoglievano le sue lettere private, fu aggiunto in seguito il decimo libro, contenente tutta la corrispondenza tenuta da (—), in qualità di legato in Bitinia, con il prìnceps Traiano.
Dedicato ai temi più svariati, l’Epistolario, che si presenta come un vero e proprio diario dello scrittore, da cui emerge chiara la sua personalità nobile e generosa costituisce per noi un materiale preziosissimo per la ricostruzione dei costumi e della vita romana di quel tempo.